Inizia il Kurukshetra
Il mio Kurukshetra è iniziato anche nel mio cosciente. Oggi ho deciso di picconare il muro, di liberare i conigli in gabbia, troppi sono i conigli accumulati nelle gabbiette, è ora di liberarli.
Quotidianamente (almeno questo è il progetto) aggiornerò questa sezione del sito.
Mi son dato un limite, non posso combattere per tutta la vita, il limite è stato posto in 6 mesi esatti, quindi 29 Novembre 2008.
Per quella data saprò chi avrà vinto e chi dominerà il prossimo ciclo che mi aspetta, sarà il Guardiano della Soglia o L’Angelo della Presenza?
L’idea è la seguente:
Crisalide di terzo livello: si ricevono input dall’interno e dall’esterno, si ascolta se stessi e gli altri, e si elabora, si elabora, si elabora.
Dopo di che si esce allo scoperto e si agisce, si scocca la freccia verso l’obiettivo pensato, e come sappiamo la freccia viaggia imperterrita fino al momento in cui si conficca nel bersaglio.
Oggi pianto questo seme, i cui frutti saranno maturi tra sei mesi.
Questo è ciò che penso oggi, non escludo a prescindere che possa cambiare idea, l’unica costante e ancòra di appoggio è il progetto!
All’inizio, l’arte del puzzle sembra un’arte breve, di poco spessore. L’oggetto preso di mira, non è una somma di elementi che bisognerebbe dapprima isolare e analizzare, ma un insieme, una struttura. Non sono gli elementi a determinare l’insieme, ma l’insieme a determinare gli elementi. La qual cosa significa che si può guardare il pezzo di un puzze per tre giorni di seguito, credendo di sapere tutto della sua configurazione e del suo colore, senza aver fatto il minimo passo avanti. Conta solo la possibilità di collegare quel pezzo ad altri pezzi. E solo i pezzi ricomposti assumeranno un carattere leggibile e un senso. Isolato, il pezzo di un puzzle non significa niente. E’ semplicemente domanda impossibile. Ma se appena riesci a connetterlo con uno dei pezzi vicini, ecco che quello sparisce, cessa di esistere in quanto pezzo: l’intensa difficoltà che ha preceduto l’accostamento (e che la parola “puzzle = enigma” traduce perfettamente) non solo non ha più motivo di esistere, ma non ne ha mai avuto. I due pezzi miracolosamente riuniti sono diventati uno, e questa nuova unità sarà a sua volte fonte di esitazioni, smarrimenti e attesa.